Dalla passione alla professione: la mia esperienza da coach full time su Call of Duty

Lavoro come coach di Call of Duty da oltre sei anni.
Sì, a tempo pieno.
Nessun secondo lavoro, nessun “lavoretto” secondario. Vivo facendo coaching e vendendo videocorsi.
Il mio compito è aiutare chi gioca a migliorare le proprie prestazioni, vincere più spesso, ragionare meglio in partita, e sviluppare un vero mindset competitivo.

Per molti in Italia sembra strano.
Per qualcuno è impensabile.
Eppure, è una realtà che esiste – e all’estero è già molto più strutturata.

In questo articolo ti spiegherò cosa fa un coach di videogiochi, quanto può guadagnare, e quali sono le differenze tra Italia e estero.


Cos’è davvero il coaching nei videogiochi?

Un coach nel gaming non è semplicemente “uno forte che ti insegna come si gioca”.

Un coach fa quello che fa un personal trainer in palestra, o un maestro in qualsiasi disciplina:

  • Ti osserva e analizza
  • Capisce cosa stai sbagliando
  • Ti costruisce un percorso su misura
  • Ti aiuta a raggiungere i tuoi obiettivi, senza farti perdere tempo con esercizi inutili

Nel mio caso, su Call of Duty, questo significa:

  • Analizzare le tue clip
  • Capire se hai problemi di posizionamento, mira, timing, rotazioni, decision making
  • Allenarti su quelle aree, con esercizi specifici o partite guidate
  • Darti un mindset da giocatore consapevole, non casuale

Il coaching non è una lezione. È un percorso pratico.


Ma si guadagna davvero facendo il coach?

Sì.
E non parliamo solo di pochi spiccioli.

Un coach può guadagnare in vari modi:

  • Ore di coaching 1-to-1 o in gruppo
  • Vendita di videocorsi registrati
  • Abbonamenti o membership (es. Patreon o community chiuse)
  • Contenuti a pagamento su piattaforme come Udemy, Gumroad o simili

Nel mio caso, negli ultimi anni ho lavorato con centinaia di giocatori e ho venduto oltre 2.000 corsi online.
Questo è il segnale che c’è domanda, interesse e bisogno reale di migliorare, anche in giochi come Call of Duty.

Un coach indipendente che lavora con costanza, offre contenuti di qualità e ha una buona community può arrivare a guadagnare tra i 1.500 e i 2.000 euro al mese (tasse incluse).
Chi lavora anche con contenuti, sponsorizzazioni o piattaforme estere può aumentare queste cifre.


Coaching in Italia vs Estero: differenze enormi

In Italia, il coaching videoludico è ancora visto con diffidenza:

  • Molti pensano che “non si possa vivere giocando”
  • Le famiglie non supportano questa scelta
  • Poche persone credono che serva farsi aiutare per migliorare a un videogioco

All’estero invece (soprattutto in USA, UK e Nord Europa):

  • Esistono team con coach dedicati
  • I player si affidano a figure professionali per migliorare anche in ranked
  • Ci sono coach ufficiali per squadre esport, con stipendi fissi

Un coach in America, solo con coaching privato, può arrivare a 4.000–8.000 dollari al mese.
Alcuni superano i 100.000 dollari annui combinando corsi, YouTube, sponsorizzazioni.


Quante ore si lavora? È sostenibile?

Dipende da come ti organizzi.

All’inizio serve tempo per:

  • farsi conoscere
  • costruire la propria reputazione
  • creare contenuti
  • gestire i clienti

Ma dopo un certo punto puoi ottimizzare:

  • vendere corsi registrati
  • proporre abbonamenti mensili
  • gestire il calendario coaching in modo efficiente

Io stesso, in passato, ho fatto fino a 40 ore di coaching a settimana, ma oggi ho imparato a bilanciare meglio, alternando contenuti, vendite e coaching selezionato.


Cosa serve per iniziare come coach?

Queste sono le qualità che contano davvero:

  1. Competenze vere nel gioco
    Non basta essere bravi, serve anche capire il gioco a livello tecnico e strategico.
  2. Capacità di comunicazione
    Saper parlare, adattarsi al cliente, trasmettere fiducia. Il coaching è anche relazione.
  3. Empatia
    Devi saper ascoltare. Il coaching è personalizzazione, non dimostrazione.
  4. Contenuti
    Chi non comunica non esiste. YouTube, TikTok, Twitch, articoli: servono per farti conoscere e vendere.
  5. Professionalità
    Rispetto, chiarezza, continuità. Chi si affida a te vuole serietà.

I rischi e le difficoltà

Essendo un lavoro autonomo, ci sono ovviamente degli ostacoli:

  • Calo stagionale di clienti
  • Gente che sparisce o non è costante
  • Periodi di stress o burnout
  • Difficoltà a far capire il valore del tuo lavoro

Serve anche disciplina mentale. Devi continuare ad aggiornarti, studiare, osservare l’evoluzione del gioco.
Non puoi “vivere di rendita” in un settore che cambia ogni tre mesi.


Ne vale la pena?

Assolutamente sì.

Il coaching non è solo un modo per guadagnare.
È un modo per aiutare davvero le persone.
Quando un cliente ti scrive: “Grazie, sono salito di rank, ora gioco con sicurezza”…
…hai fatto qualcosa che va oltre il gioco.

E poi ti dà libertà:

  • Orari gestiti da te
  • Possibilità di creare contenuti e costruire il tuo brand
  • Connessione diretta con le persone che ti seguono

Quanto potrà guadagnare un coach nei prossimi anni?

Il mondo del coaching videoludico è appena all’inizio.
Con la crescita del gaming competitivo e delle community online, nei prossimi anni ci sarà:

  • Più richiesta di coaching personalizzato
  • Più team e tornei locali
  • Più contenuti e corsi verticali

Chi oggi costruisce credibilità e posizionamento ha un vantaggio enorme.
Nel 2025–2026 vedremo probabilmente molti più coach “ufficiali” anche in Italia.


Conclusione: coaching = lavoro vero

Fare il coach non è un gioco.
È un’attività reale, che richiede tempo, energia, organizzazione e competenze.
Ma ti può dare risultati veri, a livello economico e umano.

E se sei un giocatore che vuole migliorare, il coaching non è un costo, ma un acceleratore.

Io ci sono per aiutarti.
Se vuoi costruire un percorso fatto su misura, imparare sul serio, e smettere di perdere tempo a tentativi, puoi prenotare una sessione con me.
O iniziare con uno dei miei videocorsi.

CoachingFiuryy

CoachingFiuryy

See all author posts